melodie così anomale da essere percepite come irrealisticiche, rimangono lo sfondo di una città che mi è morta dentro.
non me ne frega più un cazzo del Tevere e dei suoi musicisti di strada che vendono le loro note.
voglio vedere il Nilo.
non faccio più caso al venditore di rose.
nere, perchè vecchie.
mentre sorrido: mi basta sapere che esisto.
dipendente dai mezzi pubblici e non un dipendente dei mezzi pubblici.
volevano vedermi un dipendente dei mezzi pubblici, avrebbero sorriso fossi diventato un autista dell’N6.
e invece non vedo piazza Venezia da mesi.
rehab.
d’altronde non posso fermarmi, sono io il mezzo pubblico.
figli di puttana.
provate a prendermi.
non riesco a prendermi.
me stesso scappa dagli altri me.
siamo disgiunti, poliedrici, sfaccettati come conchiglie levigate dagli standard.
siamo la riproduzione di schemi comportamentali imposti e della riprogrammazione emozionale.
e sì, lo siamo anche noi.
in un campo da calcio puoi fare tutto ma non puoi bestemmiare.
la cultura è un piano Machiavellico studiato dal vaticano e da Antonio Ricci.
credo sia assurda la sensibilità dei geni.
tu cosa vedi se osservi?
io non posso evitarlo.
il mio cervello muore, io con lui.
fanculo.
sei uno.